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Spesso siamo indotti a credere che la perfezione sia ciò che dobbiamo raggiungere, che solo attraverso la perfezione possiamo essere apprezzati e ammirati. Ma cosa succede se ci diamo il permesso di abbracciare l’imperfezione? Cosa succede se impariamo a vedere il valore e la bellezza nelle nostre imperfezioni?

Ogni anno tiriamo le somme di ciò che è stato e tendiamo a far contare solo ciò che è andato benissimo, ciò che più si avvicina alla nostra idea di perfetto. Ma a ben vedere, sono i momenti imperfetti quelli che ricorderemo con più gioia andando avanti, perché è lì che si esprime la nostra unicità. Sono le crepe, le rughe, le cicatrici, che rendono ogni individuo un capolavoro inimitabile. Raccontano una storia personale, e testimoniano le sfide che abbiamo superato.

L’imperfezione è la promessa che abbiamo ancora tanto da imparare e da scoprire. Ci invita a essere gentili con noi stessi e con gli altri, a non giudicare sulla base delle apparenze e a ricordare che ognuno di noi sta vivendo la propria unica e complessa esperienza. E allora, ogni anno, facciamo contare tutto, questi momenti anche un po’ di più.